Futuro

Gianfranco Franchi | racconto

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Mare

Come? Come? No. No. No. Non si potrà, non si dovrà, non si andrà. Perché non… perché no, punto. E d’altra parte, vedrai. Vedrai, finirà. E bene, anche. Finirà e… ricorderai. Ricorderai, sì, ricorderai. Ricorderai tutto quanto, proprio come… sì, proprio così. Come un vecchio film. Come un lungo sogno. Ricorderai un sacco di cose. Una strada in discesa. Grigia, ma sui fianchi un po’ d’erba. Nei giardini delle ville, intorno alla discesa, tanti alberi. Fronde cariche di foglie. Scoiattoli di qua e di là, con un po’ di fortuna. Strada in discesa, almeno tre curve. Alla fine delle tre curve, uno stabilimento. Uno stabilimento bianco. Al di là dello stabilimento, il mare. L’odore del mare. Qualcosa di rigenerante. A poche bracciate, piccoli scogli. A tante bracciate di distanza, il paese d’origine di tuo nonno. Il campanile del paese di tuo nonno. Da qualche parte, nel mare, troverai una vocale: è quella che una volta. Una volta, sì. Europa adesso, e chissà. Forse le vocali potranno ancora, e allora. Le vocali faranno storia – non più soltanto una poesia di Rimbaud.
Ricorderai, sì. Ricorderai una strada in discesa. Almeno tre curve. Alla fine delle tre curve, uno stabilimento. Uno stabilimento bianco. Al di là dello stabilimento, il mare. Mare madre e mare sangue, mare storia, mare lavoro dei tuoi antenati, mare rifugio dei tuoi antenati, mare intervallo per mesi per anni di navigazione che forse non. Mare passato mare bambino mare migliore amico mare tenerezza mare gioco, mare paura delle alghe e paura che l’Adriatico non sarà più il mare dei nostri antenati. Mare più bello che a Grado e a Lignano, mare romantico come il mare di Umago. Mare dove nuoterai.

Ricorderai, sì. La bandiera rossa sul mare. Delfini o pescecani o qualcosa che le navi o la ferriera o le industrie, in genere. Bandiera rossa sul mare, nessuno niente soltanto memoria, ricordo; soltanto possibilità, soltanto prospettiva, soltanto idea vaga di domani – e tanta nostalgia di ieri. Mare nostalgia, mare malinconia, mare vita alternativa mai… e mare vita futura che ti conquisterai. Mare nessuna bugia, mare innocenza, mare poesia. Mare to’ mare. Mia mare tutta rotta, mare mezza matta, mare fragilissima, mare mezza croata.

Ricorderai, sì. Un treno. Binari tanto vecchi d’una ferrovia sbagliata – quella che porterà alla fine della città, alla capitale letteraria, e quindi alla capitale inventata. Binari tanto vecchi d’una ferrovia minore – e treni mezzi svodi che prima o poi piomberanno nella luce di quella stazione ai piedi di Sissi, l’imperatrice che tornerà. E usciremo dalla stazione e saluteremo l’Austria, l’Austria e il mare, l’Austria futura mare.

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